Buongiugno, amici
radiopunkici.
Oggi ci chiede la parola lo sceneggiatore.
Dopo attenta analisi, abbiamo deciso di non dargliela, e di mandare in onda un pezzo degli Abba.
Scherzavamo.
E poi gli Abba ci fanno ca'a, come direbbero gli amici toscani.
Eccovi il suo (speriamo breve) intervento.
"Stasera ho letto un pezzo di
Michele Medda sul blog della sua nuova miniserie,
Caravan.
Miniserie, tra parentesi, il cui primo numero mi è piaciuto un be', come direbbero gli amici tattaresi (eh si, oggi ce l'abbiamo con gli amici di ovunque... anche con quelli di maria).
Comunque.
Trattasi di
intervento sul
making of del primo numero di Caravan.
Leggendolo, ho pensato al
making of del primo capitolo di RP.
Che poi, mi sa, non ve l'ho mai raccontato.
Più o meno due anni fa ho perso quello che potenzialmente poteva essere il lavoro della mia vita. Non mi sono abbattuto, da ottimista ho subito pensato che avrei trovato qualcosa di meglio.
Sono così ottimista che lo penso ancora oggi, pensate!
Da bambino, quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo che avrei fatto il veterinario.
Non era vero, naturalmente. Volevo fare il fumettista, solo che non sapevo esattamente cosa dovessi fare per diventarlo. Eppoi, mi vergognavo di ammetterl0 con i grandi. Mi avrebbero chiesto spiegazioni, se mi diceva bene. Se mi diceva male, mi avrebbero preso in giro. E dato che già mi prendevano in giro perché a pallone ero un seghino, preferivo non aggiungere benzina al fuoco delle presepercu'.
E poi, gli animali fanno tenerezza a (quasi) tutti. Zagor no.
Ma sto divagando.
Quel giorno di due anni fa, appena ho capito di essere disoccupato, ho rimesso mano ad un vecchio progetto a fumetti, nato più o meno cinque anni prima.
Ho ripreso anche in mano gli ultimi libri che mi mancavano alla laurea, certo, ma dopo. Non era la mia priorità (seeeeee).
Per la cronaca, la laurea non è in veterinaria, ma in qualcos'altro. Non ve lo dico sennò mi prendete in giro. No, non è in geologia, comunque. Prendo in mano il progetto.
Lo rivolto come un calzino. Aggiungo alcune once di esperienza, cultura e balle varie che ho faticosamente guadagnato nel frattempo.
Lo stesso frattempo che mi aveva convinto di non essere il genio onnipotente che pensavo. Di non essere l'autore completo che speravo. Lo stesso frattempo che mi ha fatto capire che a scrivere mi diverto di più.
E mi riesce meglio.
Dicevo.
Scrivo, accorcio, allungo, taglio di qua taglio di là, propongo al Jean di disegnare, lui accetta.
Ora c'è da scrivere il primo numero.
Oddio.
Panico.
Come cazzo si fa?
Perchè ho scelto episodi da 12 pagine?
Perché ho scelto di raccontare la storia di una NUMEROSA band?
Non potevo raccontare di un UNICO E SOLITARIO giocatore di golf?
No no, e poi odio le wolkswagen, al contrario del disegnatore.
Mi metto al lavoro, dovendo risolvere, nell'ordine, questi problemi:
- trovare un attacco che inviti a proseguire la lettura;
- presentare sette -sette! in dodici pagine, perdio!- personaggi;
- dare l'avvio al plot principale, alla trama orizzontale o chiamatela come vi pare;
- trovare un subplot perlomeno interessante per il primo capitolo;
- trovare il modo di accennare caratteristiche salienti del carattere di ognuno dei sette -sette! in dodici pagine, perdio!- personaggi;
- chiudere col classico punto interrogativo per invogliare la lettura del numero 2;
- chiudere in maniera degna il subplot dell'episodio;
- resistere alla tentazione di mettere dentro donne tettalvento e scene di sventramento di politici famosi.
Devo ammettere che è stata durissima, ma quando ho avuto la sceneggiatura in mano ero soddisfatto.
Non di tutto, certo.
So cosa state pensando ma, come diceva Proietti, col caschio che vi dico di cosa non sono soddisfatto!Non ero del tutto soddisfatto ma mi sentivo bene con me stesso.
Per la prima volta nella mia vita, ho pensato che alla fine avrei potuto farlo davvero, il veterinario."
p.s.: Il Lonzo a centro pagina è opera dello sceneggiatore, non si tratta di un'improvvisa regressione artistica del disegnatore!